L'essenziale sta in uno zaino da 7,5 kg
Quando è stato il momento di prenotare il volo che mi avrebbe portato nel sub continente indiano, le scelte erano due: spendere 350€ e portare con me 20 kg di bagaglio, o spenderne la metà e portare al massimo 7 kg. Mi è bastato un battito di ciglia per capire quale fosse l'unica soluzione accettabile. I Cammini mi hanno insegnato moltissimo sotto ogni punto di vista, ma ciò che ho imparato subito a mie spese dopo pochi chilometri è che più chili hai addosso, peggio è.
Ciò che serve (per quel che riguarda climi accettabili: per una spedizione all'estremo nord naturalmente questa scelta non sarebbe percorribile) sta in uno zaino da 40 litri a cui, in questo caso, è stato dato l'altisonante appellativo di Ulisse. Forse un po' pomposo, ma di certo di buon auspicio. 40 litri: magari anche qualcuno in meno, ma di sicuro non di più.
Per il mio Viaggio strampalato questo è ciò che ho portato con me:
4 t-shirt
3 pantaloni larghi etnici (quelli da hippie per intenderci)
1 leggins
1 felpa
1 maglia di cotone a maniche lunghe
2 pantaloncini di cui uno usato come pigiama
1 canotta usata come parte di sopra del pigiama
1 impermeabile
1 copri zaino
Infradito
Scarpe da Trail con una buona suola per eventuali trekking
1 vestito leggero
3 completi intimi
1 costume
1 paracollo
Medicine per le emergenze
Beauty con il minimo indispensabile
2 asciugamani che possono servire da coperta/telo/ lenzuolo
1 scialle
Alcuni piccoli portafortuna affidatimi da persone speciali.
Stop.
Oltre a questo, naturalmente bisogna aggiungere la macchina fotografica, lo smartphone e i vari cavetti, un block notes e le cuffie.
L'unica spesa sostanziosa che ho deciso di fare prima di partire (e già ringrazio di averla fatta) consiste nell'acquisto di un e-reader totalmente impermeabile (leggasi: "se Linda dovesse cadere in un fiume, almeno l'e-reader può essere salvato") su cui ho scaricato una biblioteca intera con metodi decisamente truffaldini.
Questo è tutto ciò mi porto sulle spalle, anche se, ad essere sincera, potrei fare di meglio: un pantalone e la felpa potrebbero essere sacrificati nel prossimo futuro.
Questa è la mia Casa. Ulisse contiene tutto ciò che mi serve. C'è l'indispensabile, nulla di più e nulla di meno. Qualora mi servisse qualcosa, lo posso acquistare strada facendo, previa un'accurata riflessione.
Questo è ciò che voglio riportare in Italia: la consolidata consapevolezza che non mi serve l'armadio pieno di abiti, né quel nuovo paio di scarpe, né quell'oggetto inutile. Senza arrivare a forzature esagerate e a sterili fanatismi, negli anni ho imparato a percepire chiaramente una questione tanto semplice quanto di fondamentale importanza: tutto ciò che compriamo non lo paghiamo con il denaro, ma con il nostro Tempo che abbiamo speso per ottenere quel denaro che tanto desideriamo. Molti degli oggetti che ci circondano, spesso inutili e superflui, altro non sono se non l'esito di un infruttuoso baratto che abbiamo fatto a nostro discapito. Spesso senza nemmeno rendercene conto.
Per questo, e per moltissimi altri motivi, continuo a sostenere che fare una volta nella vita il Cammino di Santiago sia terapeutico: aiuta a guardare la quotidianità e ciò che riteniamo necessario sotto altri punti di vista; permette di sfrondare ciò che risulta essere un mero peso. Posso dire con assoluta certezza che l'esperienza del Cammino mi permette di affrontare questo Viaggio in modo decisamente più pratico e leggero. Forse solo un po' malvestita.
Ma sticaxxi.
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